Non Così...


Si continua inesorabilmente a sprofondare.

Dopo settimane dense di incertezze, silenzi e tensioni, la crisi è ormai fuori controllo e sotto gli occhi di tutti: la dirigenza ha abbandonato la nave, i giocatori lasciano uno dopo l’altro, e noi tifosi (sempre presenti e fedeli) assistiamo increduli a uno dei momenti più bui della storia recente del club.

L’ultima notizia in ordine di tempo riguarda la rescissione del contratto della nostra punta di diamante, Matheus da Silva, uno dei pochi profili offensivi di valore rimasti nella rosa. La sua è solo l’ultima di una lunga serie di addii che stanno svuotando letteralmente lo spogliatoio: Rosario Maddaloni, Lamine Jallow e ovviamente Olly Kragl... nomi che avrebbero dovuto rappresentare l’ossatura tecnica e carismatica della squadra e che oggi restano solo come simboli di un progetto che si è sciolto sotto il peso delle proprie contraddizioni.

Mentre le figure apicali hanno "ufficialmente" abbandonavano il campo (dopo il comunicato del 07 Aprile), ce n’è una che ancora formalmente occupa il ruolo più alto in società: il Direttore Generale... Una figura che in tempi di vittorie e riflettori era sempre presente, in prima fila, pronta a godere della ribalta mediatica e a rappresentare la società nei momenti di visibilità. Oggi? Sparito dai radar, assente nel momento in cui servirebbero chiarezza, parole, responsabilità. 

Nessuna dichiarazione, nessuna presa di posizione, nessun tentativo (almeno visibile) di dare una parvenza di stabilità o rassicurazione all’ambiente.

Come si è arrivati a tutto questo?

La verità è che il declino non è nato oggi. È figlio di una gestione approssimativa, di promesse disattese, di un silenzio istituzionale che ha alimentato solo confusione e sfiducia. Un ambiente lasciato marcire tra illusioni estive e mancanza di programmazione reale.

Ciò che brucia di più, però, è la sensazione che si sia perso qualcosa di più importante: la dignità, l’identità, la fiducia nella maglia. 

Una maglia che merita rispetto, non questo squallore.

C’è ancora speranza?

È la domanda che tutti si pongono. Perché sì, la passione del popolo biancoazzurro non è in discussione. I tifosi ci sono sempre stati, ci saranno sempre. Ma da sola la passione non basta. Servono investimenti seri, idee chiare, trasparenza. Servono nuove figure dirigenziali che abbiano a cuore un progetto lungimirante, serve una scossa, Subito!!!

La Fidelis merita di rinascere, ma lo può fare solo se la città, le istituzioni e chi ama davvero questo sport decidono di rimettersi in gioco, stavolta per davvero.


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